lunedì 4 marzo 2019

27 Febbraio 2019

ORCHI, BISSI E ANGUANE

...sono alcuni dei favolosi abitanti delle nostre terre, delle nostre terre di un tempo non tanto lontano, e sono ormai in via di estinzione, dato che il territorio è tanto cambiato. Nella grande e bella piazza del paese non si caricano più di pesanti blocchi di pietra i carri trainati dai buoi, i cavatori non partono più di notte per recarsi sui monti, non si fa più filò nelle calde stalle e non si incantano più i fanciulli con le favole di contadinelle e contrabbandieri.
Ma oggi abbiamo voluto invece ritrovarli tutti questi favolosi protagonisti e lo abbiamo fatto con le classi quarte della scuola elementare di S. Ambrogio.
Abbiamo vissuto una giornata letteralmente da Favola, perchè abbiamo incontrato l'Orco, il Bisso Galetto e l'Anguana, e siamo certi che sono tornati perchè avevamo proprio voglia di rivederli!!
L'Orco, tutto scuro e scontroso, con il vocione proprio da uno che ha qualcosa da nascondere, era sulla strada dopo i Lastrari, e portava un sacco con sè... Mah, non ci convinceva molto quel sacco, ma lui continuava a dire che lì dentro c'era una volpe... Ci ha anche fatto vedere casa sua, una brutta tana, abbiam pensato, ma è già tanto che non ci abbia fatto dispetti, anzi, forse era un Orco Buono oppure aveva già mangiato, perchè è rimasto con noi per un po', anche se prima si è informato di dove veniva "quell'allevamento de buteleti"... Uhm...
Tutt'un'altra cosa invece il Bisso Galetto. Ce lo avevano presentato come una creatura cattivissima e dallo sguardo incantatore. Noi, che stavamo con gli occhi ben aperti, lo abbiamo avvistato in tempo per fare silenzio e non farlo scappare. Ma lui non aveva intenzione di scappare, anzi ci ha raccontato che è triste perchè ogni volta che qualcuno fa qualcosa di brutto, a chi dan la colpa? Al Bisso Galetto! Eh, non se ne può più!!! Perfino i bambini han riconosciuto che è un'ingiustizia! In cambio della nostra attenzione ci ha regalato un gioco che si fa con gli occhi, chiusi, per catturare la luce del Sole.
Cammina cammina, ogni tanto spuntava un indizio, un biglietto che si faceva trovare in una fessura, su un ramo... "Albarela de l'Orco", "Nogara de la Stria", "Platano de l'Anguana"::: e alla Fontana Vecia, c'è l'Anguana!!! Mamma che spavento.. Erano mille anni che non si faceva più vedere! Stava a lavare i panni e ci ha raccontato una bella storia. Chissà se non la rivedremo proprio più!
Le Favole sono così: ti portano in un posto incantato e nessuno può dire se quel posto esiste...
Perfino la chiesetta di S. Zenetto in Poia, che abbiamo visitato con Luca, si è rivelata un posto magico e abbiamo sostato in silenzio e con attenzione per ricordare tutte le cose che vedevamo.

 










 

 Per saperne di più: 

Da quando abbiamo letto "L'ultima anguana", di U. Matino, un po' di curiosità si è accesa in tutti. Intanto non sapevamo da dove arrivava quel termine nè sapevamo della gran quantità di abitanti mitici delle nostre terre e neppure della diversità fra una zona e l'altra di interpretazione degli stessi personaggi.
Legati alla conformazione territoriale, valli torrenti fiumi ruscelli  monti colline vette caverne boschi stretti sentieri, questi personaggi abitavano la fantasia della gente legata al proprio territorio per la sussistenza. Oggi il fascino delle favole attorno al fuoco è dimenticato, ma basta poco per farlo ritornare a vivere, in ognuno di noi vive ancora la voglia di fantasticare.
Il fatto è che certe storie avevano un motivo per nascere ed essere ripetute e,  seconda del territorio, riusciamo a risalire alle origini. Nella zona del vicentino si filava la lana e si racconta che furono le anguane ad insegnare l'arte agli uomini, così come, nella nostra Valpolicella, le anguane aiutassero le donne a lavare i panni, ma anche si divertissero ad ingarbugliare la biancheria,stesa, se si indispettivano per qualcosa. Laddove vi sono boschi e ruscelli si narra che le voci delle anguane si mescolassero al gorgoglio delle acque e attirassero i ragazzi, magari in luoghi pericolosi per la vita. Motivo per cui si raccontava e si esagerava la paura per le anguane e per i corsi d'acqua.
Altra creatura dispettosa era l'Orco Burlevole, ma le storie sugli Orchi erano anche agghiaccianti e volte a tenere i bambini in casa la sera!
A volte si sente parlare dei Salbanei, una specie di folletti oppure del Massariolo, un essere che poteva cambiare d'aspetto, incantare con lo sguardo e stregare gli uomini. Questi aspetti appartengono anche al nostro Bisso Galetto, creatura dal corpo di gallo e dalla coda di serpente, che pare avere origini mitologiche.
E poi c'erano le Maranteghe, streghe un po' bizzarre e imprevedibili, dalle quali si poteva difendersi per esempio indossando la flanella al contrario! Loro erano le responsabili di un fenomeno fisico che può accadere alla polenta,ovvero il diventare "rossa" insanguinata; ecco che il mito va a spiegare un fenomeno che la fisica non aveva chiarito ancora!
La cosa interessante è che, nonostante sappiamo tutti che le cose avvengono per dei motivi reali, è comunque bello potersi raccontare storie che creano motivi immaginari. Queste storie contribuiscono a creare dei legami fra la gente che vive in uno stesso  contesto e sono quindi importanti per creare un'identità.