martedì 13 giugno 2017

15 Aprile 2017 premiazioni concorso di lettura Amor non guarda con gli occhi ma con l'anima



 “AMOR NON GUARDA CON GLI OCCHI, MA CON L’ANIMA”

Il Gruppo Biblioteca ringrazia:
tutti coloro che hanno contribuito alle premiazioni del V concorso di lettura
  tutti gli amici del Sistema Bibliotecario Provinciale grazie alla collaborazione della biblioteca di S. Ambrogio;
tutti i lettori che si sono messi alla prova
e, in particolar modo, i bambini delle Scuole Materne di Monte e Gargagnago che, con i loro elaborati, sono arrivati dritti dritti al cuore di tutti noi.



Quanto ci piacerebbe dirLe, caro il nostro Shakespeare, che la Sua affermazione è falsa, Lei che compare con le Sue frasi ad effetto su tutte le carte di cioccolatini del mondo! Quanto sappiamo bene che gli occhi, sempre gli occhi, arrivano prima del cuore, lo anticipano. E definiscono, etichettano, costruiscono una cornice per ogni cosa. Quanto sappiamo bene che è dura chiuderli, quegli occhi, perché se guida il cuore il rischio è grosso, lui non definisce, non etichetta, lui è imprevedibile, vento che passa e non sai dove ti conduce.
E’ facile scrivere, giocare, sognare sui sentimenti, eh, caro Shakespeare? Si rischia di dire, fra le tante, anche qualcosa che ci tocca davvero, dove ci riconosciamo, anche senza usare gli occhi, solo con l’anima.
E le nostre anime sono tante, gli occhi solo due..

Congratulazioni a

Giovanna Altobel, primo premio, con la poesia "Essere amati amare" ispirato a “Jane Eyre”;

Eleonora Franceschi, secondo premio, con il racconto "Auggie prima di me" ispirato a “Wonder";

Emilia Boscaini, terzo premio,  con la poesia "Sto in attesa".

Menzione speciale a Daniela Negrini con la poesia "Vera fedeltà" e a Martina Todeschini con la riflessione "Cos'è l'amore"

Premio Sezione  Scuole Materne ai bambini di Gargagnago e di Monte, che con disegni, plastici e video ci hanno fatto commuovere e capire con il cuore cosa suggeriva il titolo di questo concorso…


ESSERE AMATI AMARE
(ispirato al libro “Jane Eyre”)

Complice la voglia di cose belle
leggo una storia dorata.
Una scrittura elegante ordinata
mi prende per mano
regala tenerezza cortesia,
sorrido…
Scivolo dentro una favola
viva è la brughiera il vento la collina
i focolari le candele i calessi,
il freddo il buio la fatica…
Sogno, il sogno dell’essere umano
la sacralità dell’amore a tutto tondo
come il ritornare a casa
un luogo dove uno è nato
fonte di amore e cura.
Mi ammalia la passione capace
di ardere, stravolgere coinvolgere
irretita, da una felicità che è amore,
condiviso realizzato vissuto…
Aspira all’eternità quell’attimo finito!
Tutto questo ho visto
nella vita di una donna dell’800!

AUGGIE PRIMA DI ME 
(monologo fittizio di Vìa, dal libro “Wonder”)

Oggi è stata proprio una giornata nera, ne parlerò con mamma più tardi e tutto si sistemerà. Oh no, qualcuno è stato di nuovo cattivo con Auggie, oggi… non ne parleremo più. L’ultima volta ho sperato di poter parlare con papà… adesso so che non posso pensare a me stessa quando succede qualcosa al mio fratellino, lui ha bisogno di noi. Ha bisogno di me. (…)


STO IN ATTESA

Ho scoperto di essere importante
per te.
Tanta gioia mi ha invaso.
Tanti paesi hanno visto i nostri sorrisi,
hanno sentito i nostri abbracci.
Nei tuoi occhi si specchiava
la mia contentezza
 e ricordo la tua quiete.
Parole vere fra noi.
Mi lasciavi in silenzio
ed io capivo i tuoi tempi,
i tuoi spazi, i tuoi movimenti.
Vorrei che ci scoprissimo
ogni giorno giovani.
Nei nostri zaini troviamo
i momenti felici passati
che confortano le ore inquiete.
Mio piacere
parlarti dei sogni.
Sto in attesa dei tuoi.











Fuori concorso, un’amica speciale ci scrive così:

Vi ringrazio ancora per avermi dato la possibilità di offrire dei buoni regalo come premi nell'ambito della premiazione del concorso di lettura "Amor non guarda con gli occhi ma con l'Anima".
Mi ha fatto particolarmente piacere aderire in questa occasione perchè ritengo che l'argomento del concorso rispecchi totalmente il mio modo di concepire la "Bellezza" ...
".....FAR EMERGERE LA BELLEZZA INTERIORE ATTRAVERSO IL FISICO, NEL RISPETTO DEL CORPO E DELLA NATURA" è infatti la mia Mission e il mio modo di lavorare e intendere l'estetica.
L'aggiornamento e lo studio continuo di tecniche manuali come la Psicosomatica, la Riflessologia plantare, l'Aromaterapia ecc. e l'uso di prodotti cosmetici biologici certificati mi porta ad un approccio alla cliente non solo puramente estetico, ma ad affrontare l'inestetismo come un segnale che ci da il nostro corpo, questo segnale va riconosciuto e decodificato per poter agire con trattamenti specifici che aiutino a ripristinare il naturale equilibrio corpo-mente-emozioni perchè sappiamo benissimo che tutto ciò che accade all'interno si manifesta all'esterno e viceversa...Per questo credo che l'amore e il rispetto del corpo umano nella sua complessità e totalità non vada visto solo con gli occhi, ma vada sentito e percepito con e nell'Anima...Spero che i premi siano stati graditi e invito i fortunati vincitori ad approfittare del buono regalo ricevuto. Grazie a tutto il gruppo biblioteca per l'organizzazione, l'impegno e l'opportunità di parlare di bellezza ed estetica come ESSERE e non solo APPARIRE!                          
 Paola Molinaroli - Centro estetico Body Art


mercoledì 1 marzo 2017

12 Febbraio 2017 Premiazione concorso foto Un paese una storia 2


E' stata una bella festa quella del Gruppo Biblioteca al Circolo Acli di Gargagnago insieme a Michela di Foto Luisa di S. Pietro Inc. L'occasione era la premiazione del secondo Concorso di Fotografia "Un paese, una storia", con l'esposizione delle foto in gara. La giuria ha aggiudicato il primo e terzo premio ad Andrea Sambugaro con "Quasi gol" e "Testa de leon", il secondo a Camilla Madinelli con "Comignoli e fumate" ed il premio speciale a Stefano Fattorelli con "Vecchie marogne". Una sala gremita di persone che Nerea Benassù ha scaldato con i racconti del  paese com'era una volta, in particolare delle memorie fotografiche ed epistolari di una famiglia, quella "de i postini". Volti e parole che ci hanno riportato ad un mondo lontano, custoditi e recuperati con affetto da Anna Rosa e Marisa Savoia. Il telegrafo, le lettere da militare, l'uffico postale, la vecia contrà, allora ... e i vigneti, i campi, il paese, la porta di un campo di calcio, oggi. Due realtà che vanno entrambe curate, costruite con i rapporti personali e con il lavoro umano. A questo, nel suo piccolo, si dedica il Gruppo Biblioteca della Pro Loco di Gargagnago, grazie alla presenza ed alla disponibilità di moltissimi, che qui si coglie l'occasione di ringraziare.

 1° Premio: Quasi gol

Per la complessa costruzione dell'immagine e la luce calda che accende un ricordo.

2° Premio: Comignoli e fumate

Per aver composto un'immagine equilibrata che comprende elementi della tradizione e della modernità.

3° Premio: Testa da leon

Per aver riportato poeticamente in vita l'antico rovinato dal tempo.

Una speciale menzione a: Vecchie marogne

Per aver evidenziato pietra e coltura, simboli del nostro territorio.


domenica 15 gennaio 2017

26 Marzo 2016 Premiazioni concorso invernale UN PAESE, UNA STORIA

La bellissima sala Zanotto di Villa Bassani nel quartiere fieristico di Sant'Ambrogio di Valpolicella ha fatto da cornice alle premiazioni del nostro quarto concorso di lettura.
Tanti coloro che hanno partecipato al nostro concorso leggendo i libri proposti sul tema UN PAESE, UNA STORIA, e tanti anche quelli che si sono cimentati nella scrittura di un racconto e che hanno partecipato al premio della critica. Di seguito alcune fotografie della giornata.














GRAZIE A TUTTI!!!

sabato 2 aprile 2016

I racconti del nostro concorso invernale UN PAESE, UNA STORIA



IL PAESE: UNA DIMENSIONE piccola DAL CUORE GRANDE

 



E’ stato un vero piacere , per noi del GBG, raccogliere i vostri scritti.



Ci hanno confortato sul fatto che il vivere in un PAESE ha ancora un significato…



        “Quando nasci in un paese di poche migliaia di abitanti, vi frequenti le scuole, vi trascorri l’adolescenza, finisci per conoscerne ogni vicolo e ogni persona che ci abita. Stessa cosa avviene per la tua storia personale: tutti sanno tutto di te e di ciò che fai, tanto che diventi affettuosamente Giò e non Giovanni o signor Giovanni come sei abituato a sentirti chiamare adesso.” 

Antonino Bongiorno, "UN TUFFO NEL PASSATO"


Significa affetti, ricordi, sensazioni indimenticabili…



       “Vieni qui fianco a me, senti il profumo dell’erba tagliata? Da qui sotto il cielo è un volta sconfinata, vedi?”

        “Il vento gonfiava le lenzuola stese al sole, due donne importanti per la mia vita cantavano felici mentre piegavano il bucato, io sorridevo e godevo di questa serenità”

Lorella Nodari


“La montagna si incendia
dei fuochi nelle corti.
Silenzioso responso
di raccolti nei campi, frutto dell’opra di uomini
in lotta con la natura
che dona solo a chi suda.
La luna in ciel guarda muta
l’avvicendarsi dei giorni e
delle fatiche terrene.
Ascolta il crepitio della legna
 e ne odora gli effluvi.
Anche quest’anno il rito delle stoppie riarse si ripete
e al brillar di Venere
s’alza un canto ed un’Ave Maria.”

Daniela Negrini, “FALÒ DI SAN GIOVANNI”


…sapori che forse non ritorneranno più…


      “E’ mezzogiorno, tutto è pronto e nonna esclama: “Tutti a tavola”. Si prende posto intorno al grande tavolo. Prima di assaggiare il baccalà viene compiuto l’ultimo rito che rispetti la tradizione:  sopra al baccalà viene versato un filo d’olio d’oliva a crudo. Nella stanza cala un momento di assoluto silenzio: tutti stanno portando alla bocca il primo boccone, assaporando la morbidezza de baccalà, sposato con la fragranza dell’olio d’oliva, che si rivela essere ottimo e gradevole intinto nella cremosità della polenta.

Nadia Salzani, "SAPORI DI UNA VOLTA"


Il paese è anche persone vive,  rimaste nella  memoria per un fatto, una tragedia,  una storia particolare


         “Macchiaaa!”. Lei mi sta chiamando. Smetto di abbaiare a tutti quelli che passano davanti al lungo muro della Villa e scodinzolando le corro incontro. Ha il guinzaglio in mano ! Sììì…. si esce! Aspetta, mica si va dal veterinario, vero? No, no, i suoi cuccioli hanno le bici, stavolta si va a campi!
 E’ sempre una goduria attraversare la via per raggiungere i Muri; mi arrivano zaffate interessantissime dal rigagnolo che scorre lungo la strada, mentre già mi allungo, e tiro, tiro, verso il Sentiero di Ulivi, dove, ogni giorno tutti i cani che conosco si godono queste arie di paese.
Arriviamo alla Fontana. Sostaaa.  Ai cagnetti di via Monteleone.  Sostaaaa.  Di nuovo attraversare la strada, stavolta grande.  Auto : pericolo! Non ho neanche il tempo di imprecare qualcosa, che già siamo tra le vigne. Ci sono ora altri umani, sopra a strane macchine con ruote enormi, lente e rumorose. Le case sono sempre meno, il terreno è più soffice, corrooo. Le mille buche non sono il massimo per andare in bici, dicono i padroni, a me invece piacciono.
 Dopo essere passati al lato di strade piene d’acqua che stanno sempre di fianco alla nostra, arriviamo ad una specie di capanna, con un tetto di lamiera. Ora sento di essere arrivato a casa di qualcun altro. Per primo ecco un cagnone, pacifico quello, e poi una cagnetta che non la smette di correre. E con loro un vecchio che continua a richiamarli… “Cicciolina! Bertinotti!”. Lei ridacchia, chissà perché trova quei nomi divertenti. A quanto pare siamo invitati a fare una pausa, quindi ci sposti amiamo sotto ad un ciliegio e il Vecchio comincia a raccontare… I tempi andati si materializzano sotto quella pianta, la mani nodose passano sul capo dei suoi compagni.
Improvvisamente scopriamo qualcosa che fa calare il silenzio; gli umani si fissano, Cicciolina si ferma; il Vecchio continua. Quel ciliegio era la pianta scelta da un Giovane Uomo, suo figlio, per togliersi la vita. Cosa l’avesse spinto a quel gesto… mah, “masa schei”, sussurra il Vecchio. Chissà perché quell’albero è ancora lì, chissà perché solo sotto quell’albero ci sono sedie… Forse il Vecchio voleva stare vicino al figlio, forse non era sicuro che erano stati quei maledetti schei a portarglielo via. Forse raccontare la sua storia, ad Umani e Bestiole, non lo faceva sentire solo.”

Eleonora Franceschi, “IL VECCHIO E IL CILIEGIO”
(vincitrice del premio della critica Adulti)



          “… Siediti, voglio raccontarti un fatto, è successo qui a Valli, e riguarda uno dei nostri antenati, Benetti, erano gli anni ’20… immaginati una festa… si sono trovati i soldi finalmente e finalmente si può issare la nuova campana… Per anni quella campana è stata il suo strumento, ci si divertiva immagino… Fino a che, un dì, un giorno qualunque, non lo sappiamo bene come andò, finì schiacciato dal proprio camioncino. E la campana, quella sera non suonò… E venne il giorno del funerale e la campana che suonava a morto. Nessuno si accorse dei  suoi rintocchi, rispettoso sfondo naturale del funerale… E prima che calasse la bara, si ruppe così d’improvviso, con un suono sordo, scegliendo il più significativo momento per uscire di scena e non lasciare solo il suo sacrestano.
In cielo.

Andrea Angheben, “PER CHI SUONA LA CAMPANA”



“… e alora me sposo”. Così ha risposto al fratello maggiore che,  da quando il padre era diventato vecchio, aveva ereditato il potere sul poco o tanto che avevano, compresa parte della vita del resto della famiglia. E sì che di anni ne aveva già molti anche lui, al punto che nessuno, nemmeno lui, pensava più a un matrimonio. E proprio per questo aveva chiesto solo un letto dove dormire, una tavola dove trovar pronto a mezzogiorno e sera e ‘na sciopa noa. Perché la passione sua era quella lì’: andar a caccia di uccellini di passaggio, fagiani e lepri, se eri fortunato. Non aveva messo in conto che gli avrebbero detto di no, che il vecchio schioppo gli doveva bastare.
“... e alora me sposo”. Gli uscì così, dicono . Forse per ripicca. Quasi quelle quattro parole se ne fossero uscite da sole per poi perdersi. Fatto sta che sei mesi dopo era sposato e con una donna anche giovane, la metà dei suoi anni. E c’è da immaginarsi che vita quella giovane sposa che è arrivata al posto di una “s-ciopa noa”. E forse è da allora che ha preso l’abitudine di sedersi su una sedia, ma non a tavola, scostata, che, anche da vecchia, la figlia doveva invitarla a prender il posto che suo era, ma che forse suo non aveva mai sentito.
E un posto nella mitologia della famiglia lo merita, perché, forse, se a quel fratello oramai vecchio davano i soldi per la s-ciopa,  i miei figli, così come sono, non ci sarebbero.

"LA S-CIOPA NOA"


Le persone vive nel paese hanno ognuna un ruolo, per quanto piccolo sempre rilevante, e ciò che accade, anche se piccolo, è sempre rilevante…


Le date erano già stabilite da tempo. Ma a nessuna delle due parti era venuto in mente che ci sarebbe stato il pericolo di una sovrapposizione. La processione avrebbe avuto luogo alle 15 e l’orario della corsa più o meno alla stessa ora. Le due diplomazie (clericale l’una e municipale- rossa l’altra) avevano tentato un approccio, ma senza esito.
Il presidente della Pro Loco e il comandante dei vigili erano in fibrillazione; e puntualmente il giorno della gara avvenne il fattaccio… l’ostensione pubblica della statua del Cristo si stava avviando verso il suo esito: si era ad un centinaio di  metri dalla chiesa.
 Improvvisamente i quattro aitanti giovani portatori mollarono sul selciato il sacro fardello e, seguiti dai fedeli maschi validi, si precipitarono nei pressi del traguardo per assistere al finale della corsa, ignari del fatto che la statua ed il “resto” della processione avrebbero bloccato la corsa stessa. Il parroco piombò nel panico…  Il gruppo dei fuggitivi era composto da quattro elementi e, dopo l’ultima salita, si stava fiondando verso lo striscione d’arrivo. C’era un kazako (musulmano), un inglese (anglicano), un serbo (ortodosso) ed un veneto (di famiglia rigorosamente bestemmiatrice, ma di provata fede cattolica).
Giunti a folle velocità sulla coda del corteo, dovettero inchiodare: bastò loro una veloce osservazione per capire la situazione. Abbandonate le bici al muro, fendettero la folla di anziani donne e bambini e, afferrati i maniglioni del Sacro Cuore, entrarono trionfalmente nella chiesa con passo da bersagliere, accompagnati dall’ovazione del popolo festante.
Il distacco degli immediati inseguitori era tale che questi poterono recuperare la bici  e disputare tranquillamente la volata…
Contemporaneamente il parroco ed il sindaco (l’uno dalla canonica, l’altro dal municipio) uscirono in strada. I loro sguardi si incrociarono, presagio di un tragico epilogo alla Don Camillo e Peppone…  ma dopo pochi secondi si strinsero la mano e “tagliarono” anche loro il traguardo tra il tripudio della folla.

Franco Gobbi, "IL PALIO DEL RECIOTO NELL’ANNO DEL GIUBILEO"



“L’uomo seguì gli ululati del proprio cane, facendosi strada  veloce tra l’erba altra del campo di Sega. Quando infine lo raggiunse, per poco non inciampò nel fagotto argenteo.
“Accidenti!” esclamò l’uomo, osservando esterrefatto il cadavere.

Gaia Indelicato, ispirato a “C’è un cadavere in biblioteca”


Il paese è un punto fermo, ma quando diventa immobile  si desidera andarsene via o almeno sognare che sia diverso… Sono i nostri ragazzi la voce di questi sentimenti…


“C’erano una volta cinque bambini che volevano esplorare il mondo. Si diedero appuntamento in piazza a Gargagnago, davanti all’oratorio, e si diressero verso il sentiero della salute”

I ragazzi dell’Oratorio,”IMPARARE A STARE INSIEME”



“Un giorno come tanti altri o quasi, il pulman che portava scuola i bambini non passò, al suo posto arrivarono dei carri trainati da cavalli. <Questo non è un giro qualunque perché siamo nel 1950 e vi farò vedere tutti i monumenti più importanti di Gargagnago.> Entrarono e videro che all’interno c’era un mondo diverso, dove c’erano animali che giocavano insieme e anche bambini felici. C’era Dante Alighieri che insegnava ai bambini a leggere e a scrivere.

Elisabetta Lorenzi, “UN GIRO NEL TEMPO”



“Tempo fa, nel paese di Gargagnago, le persone avevano brutti pensieri, nella loro mente c’erano solamente cose spaventose, cupe e tristi. Ma un giorno mentre le persone, come starete immaginando, avevano uno dei soliti brutti pensieri, qualcosa attirò l’attenzione di un fabbro che stava forgiando un ferro di cavallo; questi alzò gli occhi al cielo e vide delle strisce colorate che di secondo in secondo prendevano sempre più la forma di un gigantesco arco. Il fabbro guardava la figura luminosa a bocca aperta. A un tratto si sentì come rinato. Tutti i suoi cupi pensieri non c’erano più, era come se qualcosa li avesse fatti sparire. Ma non fu solo lui a vedere l’enorme arco coloratissimo, lo videro anche i bambini della scuola, le persone che andavano al lavoro, le donne che erano in casa…  insomma lo videro tutti gli abitanti del paese. Tutta la gente era fuori di sé per la gioia. Quel meraviglioso arcobaleno  apparve nel mese di Giugno e la gente era talmente entusiasta che decise di organizzare una festa.
Ah, e per quanto riguarda l’arcobaleno, era caduto in un piccolo campo di ciliegi, dove l’erba era alta e dove c’erano tanti fiori. I ciliegi erano disposti in una sola fila,  non ben allineati. Uno di quelli era enorme, era il più grande del paese; l’arcobaleno toccava proprio i suoi rami. La gente, che voleva vedere dove andava a cadere l’arcobaleno , seguì la sua scia fino ad arrivare al grande ciliegio. Le persone, arrivate lì, decisero di portare ognuna alla festa un cestino di ciliegie colte dall’albero.
 E così la gente festeggiò tutto il giorno abbuffandosi di ciliegie e altri cibi. Quel giorno nacquero, nel paese di Gargagnago, la felicità e la Festa della Ciliegia.

Anna Chiara Pernigo, “L’ARCOBALENO CHE CADDE SUL CILIEGIO”
(vincitrice del primo premio Ragazzi e del premio come miglior lavoro pervenuto )



ma se il paese natale è il custode dei nostri momenti più cari, rimane vero che i paesi sono fatti da gente di tanti paesi, allora teniamo cara un’altra frase di uno dei vostri scritti:

 



“… ti rendi conto che niente potrà sostituire il tuo paese e tutto quello che porta con sé. Nonostante ciò,oggi più che mai, credi che occorra iniziare a vivere non più come abitanti di un piccolo borgo, ma come cittadini del mondo. Questo ti farà sentire ovunque ti trovi sempre a casa.”

martedì 16 febbraio 2016

31 Gennaio 2016 Premiazione concorso fotografico UN PAESE, UNA STORIA

Domenica 31 Gennaio ci siamo ritrovati presso il Circolo ACLI del nostro piccolo, ma vivacissimo paese per una giornata all'insegna dell'allegria, tra salami, fotografie e risotto al tastasal!
Insieme alle premiazioni del concorso il salame più lungo, promosso dagli amici del circolo ACLI e giunto alla sua seconda edizione, si sono svolte quelle del nostro primo concorso fotografico UN PAESE, UNA STORIA.

Tra salami e fotografie



Un grazie speciale alla nostra amica Michela, di FOTOLUISA, che ci ha aiutato a realizzare questo nostro primo concorso fotografico!


Il momento della convivialità non può mancare!

La banda che ha accompagnato la giornata
I bambini imparano a fare gli Hamburger!





Stefano è il "fotografo dell'anno" aggiudicandosi primo e secondo premio!


Viene premiato il salame più lungo!




Il Gruppo Biblioteca Gargagnago (quasi) al completo!